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Il sentiero “Coda di volpe” (N. 251 C.A.I.) collega il Santuario della Madonna del Tindari e la Riserva di Marinello con una vista mozzafiato sul Golfo di Patti, sulle Isole Eolie, sul Capo Milazzo e sulle coste della Calabria.

Esso ha rappresentato anticamente la via preferenziale per collegare il porto di Marinello all’antica città di Tindarys.

Successivamente il tratto è stato utilizzato come via di pellegrinaggio al santuario della Madonna Nera.
Il sentiero è in parte pavimentato in pietra, in parte sterrato con frequenti strutture a gradini e per un brevissimo tratto risulta sconnesso. Il suo tracciato è molto ripido ma il panorama osservato ripaga ampiamente della fatica.

SCHEDA TECNICA
Località: Tindari/Marinello

Comune: Patti

Provincia: Messina

Lunghezza percorso: 1,2 km
Dislivello: 232 m (da 236 a 4 m. s.l.m.)

Tempo di percorrenza: 1 h in salita, 40 minuti in discesa
Coordinate inizio percorso: 38°08'28'' N -15°02'49'' E

Coordinate fine percorso: 38°07'42'' N - 15°03'33'' E

Difficoltà: E, escursionistica (3/10)

ItindariPatti CodadiVolpe Marinello

 

 

 

 

 

 

 

 

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La posizione geografica di Messina ha sempre avuto un ruolo strategico sia per le guerre che per i passaggi obbligati  verso la terra ferma. Questo video pubblicato 7 anni fà lo condividiamo nuovamente in quanto narra in maniera semplice la storia della fitta rete di sentieri marcati dai pellegrini nel medioevo (via francigena). 

Intervista al nostro collaboratore Carmelo Casano Consigliere Nazionale del M.A.S.C.I.

 

 

 

 

 

 

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Dopo Palermo, Lentini, Catania, Taormina e Novara di Sicilia è toccato alla città di Messina ospitare la presentazione della guida di Davide Comunale “Da Palermo a Messina per le montagne. 370 km in cammino lungo le vie francigene della Sicilia”, Terre di Mezzo editore. L’incontro si è svolto sabato 15 dicembre presso il salone dell'Azione Cattolica in Via I Settembre,il moderatore Oreste Lo Basso, archeologo, project manager e guida turistica e l'ospite dell’ incontro l’autore del libro Davide Comunale.Dopo il successo di "La Magna Via Francigena - da mare a mare", la prima guida, edita sempre da Terre di mezzo Editore, un nuovo percorso per scoprire il fascino di una Sicilia nascosta.Un itinerario storico attraverso le cime delle Madonie, i boschi dei Nebrodi e le vette dei Peloritani, fino allo Stretto, antica porta dell’isola sull’Oriente.Tra le località attraversate i Borghi dei Borghi d'Italia Petralia Soprana, Gangi e Montalbano Elicona, i castelli di Caccamo, Caltavuturo, Polizzi e Petralia, i paesi di Floresta, Capizzi e Cesarò, e Troina, la prima capitale del Gran Conte Ruggero.È intervenutoMons. Cesare Di Pietro, Vescovo Ausiliare dell’arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela che ha elogiato l’impresa dell’associazione “Amici dei Cammini Francigeni di Sicilia”. Hanno partecipato:Irene Marraffa, dell’associazione Amici dei Cammini Francigeni di Sicilia che ha spiegato tecnicamente come si svolge un cammino, come richiedere la credenziale del viandante e come ottenere infine l’attestato. Ha evidenziato anche che la maggior parte degli “amici” dei cammini siano o sono stati scout ;Giovanni Guarneri, dell'associazione Ciclabili Siciliane - Sicily Cycling che ha spiegato il tracciato alternativo sia per le bici classiche che per le mountain bike, e Carmelo Casano, consigliere nazionale MASCI che ha ricordato come è nato il sogno dei cammini. Assente giustificata per un concomitante ritiro spirituale dell’Azione Cattolica di Messina, la Presidente Barbara Orecchio.Il salone dell’Azione Cattolica era stracolmo di intervenuti, camminatori, storici, amministratori locali e, soprattutto scout. Al termine un aperitivo con specialità della Casa di cura DonMinicoha allietato la serata.

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I Cammini Francigeni di Sicilia sono ormai patrimonio consolidato non solo per i siciliani ma per tutto il popolo dei camminatori provenienti da tutte le parti d’Italia e del resto d’Europa.L’idea nacque dieci anni fa, esattamente domenica 11 marzo 2007 in occasione dell’inaugurazione del primo tratto della Via Francigena sul “Sentiero dei Vespri” che dalla Badiazza sale al Colle San Rizzo quando gli Adulti Scout della Comunità M.A.S.C.I. Messina “Il Faro” si sono messi in cammino dopo la S. Messa a Montalto e il rituale della vestizione dei pellegrini con la consegna delle bisacce e dei bordoni. In quella occasione è stata posta la prima insegna, realizzata in legno dai tecnici dell’Azienda Foreste Demaniali di Messina. All’iniziativa ha aderito il Noviziato del Gruppo AGESCI Messina 8 che ha condiviso questo percorso, ultima tappa di quel fascio di antiche vie denominato “itineraria peregrinorum”, scoperto dallo storico siciliano Giuseppe Arlotta del Centro Italiano di Studi Compostellani di Perugia, che da tutta la Sicilia conduceva alla città dello Stretto, mèta dei pellegrini che dovevano proseguire alla volta di Gerusalemme, Roma e Santiago di Compostela.Il punto d’imbarco doveva essere nei pressi di Largo San Giacomo, dove sorgeva la Chiesa di Giacomo, i cui resti sono venuti casualmente alla luce nell’estate del 2000, durante i lavori di un cantiere comunale per il restauro della cripta del Duomo.A Messina i pellegrini potevano trovare accoglienza nei vari hospitali : quello di San Giovanni Battista , il più antico (risalente al 1070 circa), dell’Ordine dei Cavalieri dell’Ospedale di S. Giovanni di Gerusalemme, noti come Ospitalieri e successivamente come Cavalieri di Malta; quello dei Teutonici, attiguo alla Chiesa Santa Maria dell’Alemanna e quello di S. Marco Evangelista, appartenente all’Ordine dei Templari, entrambi risalenti al XIII secolo.Magister della Comunità MASCI Messina 1 era allora Carmelo Casano e Capo Clan del Gruppo AGESCI Messina 8 era Davide Comunale. Carmelo e Davide sono stati poi i soci fondatori dell’Associazione “Amici dei Cammini Francigeni di Sicilia” che ha portato avanti il progetto di riscoperta e valorizzazione dei cammini francigeni siciliani.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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