Per il secondo anno il Festival dall'accattivante titolo “Le vie dei tesori” ha animato la seconda metà del mese di settembre. L'iniziativa, che vede il patrocinio dell'Assessorato regionale del Turismo, sport e spettacolo, (ancorché più consono sarebbe stato quello alla Cultura, e soprattutto all'impalpabile “identità siciliana”) ha visto protagonisti i beni culturali cittadini, intesi nel senso più ampio e diffuso. Ben trenta i siti proposti alla visita guidata da uno sciame di giovani guide e volontari abilmente coinvolti nell'impresa dagli organizzatori palermitani e messinesi.
Palermitani perché l'iniziativa parte quindici anni fa da Palermo e dalla nostra capitale viene esportata in varie città della Sicilia e in questo mese di ottobre al nord, a Milano, Mantova ed altri importanti siti. Quindi una manifestazione culturale in controtendenza che da sud viene esportata nel nord Italia. Quindi un apprezzamento nazionale certamente lusinghiero. Ma ancor meglio, l'offerta culturale di trenta luoghi (in realtà 29 poiché Forte Ogliastri è rimasto chiuso per minaccia di cinghiali!) costituisce uno straordinario ventaglio attraverso cui ripercorrere la storia di Messina, dall'Antiquarium archeologico al Museo di Gesso, espressione esaustiva della cultura pastorale dei Peloritani, e non solo.
Ma ci sono pure i castelli e le ville da visitare, le chiese neglette, le mostre comunali, provinciali e universitarie, i piccoli Musei e pinacoteche, ruderi, sacrari, circoli storici ed esclusivi quanto le dimore signorili private aperte al grande pubblico. Ma aldilà dell'occasione a volte unica di visitare i luoghi della nostra storia militare, religiosa e sociale il Festival “Le vie dei Tesori” ha visto coinvolti centinaia di giovani addestrati alla guida di monumenti, circostanza questa che costituisce un occasione unica per sensibilizzare le nuove generazioni, intanto alla conoscenza del nostro patrimonio culturale in senso pieno, fisico, tangibile e quindi incoraggiarli allo studio di quella che è la più grande risorsa del territorio in cui distrattamente vivono, risorsa quella dei beni culturali che, se ben organizzata e sfruttata, presenta imprevedibili risvolti economici ed occupazionali.
La proposta dai contenuti formativi ed informativi nei confronti di una realtà ahimè del tutto trascurata, se non ignorata, anche da quelle istituzioni che avrebbero dovuto promuoverne la conoscenza e la valorizzazione. Pieno plauso ai promotori dell'iniziativa che, come tutto, potrà essere migliorata ed ampliata, complimenti a quanti hanno affrontato la complessa fase organizzativa che ha visto come base logistica l'antica chiesa di San Giovanni di Malta alla Prefettura, un plauso infine alla coordinatrice Angelica Gimbo ed al dottor Marco Grassi degli Amici del Museo, associazione che, per quest'anno, è stata il referente messinese nella gestione dell'apprezzata iniziativa. (Franz Riccobono)
Commenta (0 Commenti)Nel Borgo di Castroreale durante la settimana Santa e nel mese di Agosto, va in scena una spettacolare processione chiamata “Lu Signuri longu”, viene svolta il Mercoledì e il Venerdì Santo. La particolarità di questa processione è il Cristo Crocifisso che viene inalberato su una grande croce di 15 metri, fissata su un pesante fercolo e portato in processione con l’utilizzo di lunghe aste di legno. Per le caratteristiche del borgo, con le strade scoscese, il passaggio del simulacro risulta complesso ed è basato su un attento gioco di equilibrio. Il simulacro del Crocifisso di grande espressività è realizzato in stucco e cartapesta da autore ignoto e si fa risalire al secolo XVII. Dello stesso periodo è la croce su cui è collocato.Il Crocifisso fa la sua prima uscita il Mercoledì pomeriggio dalla chiesa di Sant'Agata dirigendosi verso la chiesa Madre per la celebrazione della messa. Da qui dà inizio al suo lento incedere per le principali vie del centro che ha termine con il rientro in Sant'Agata. Il venerdì pomeriggio si svolge la seconda processione del Signuri longu, questa volta accompagnato dal simulacro di Maria Addolorata. I due fercoli procedono insieme per un tratto poi il Cristo rientra mentre l’Addolorata prosegue il suo doloroso cammino per le vie del paese giungendo lì dove l'imponente fercolo del Signuri longu non può arrivare. Su due piccole sedie poste ai piedi del Signuri longu prendono posto in questa circostanza due bambini che raffigurano San Giovanni Evangelista e Maria, l'uno con un calice destinato a raccogliere il sangue di Cristo rappresentato da due nastri che si partono dalla ferita al costato del Crocifisso, l'altra con un fazzoletto destinato ad asciugarsi le lacrime di dolore per la morte del Figlio.
Fonti bibliografiche
Feste Fiere Mercati (Provincia Regionale di Messina) - EDAS Messina1992
Fondazione Federico II (Pa)
Pro Loco Artemisia Castroreale
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