Il Castello Gonzaga visto dalla valle del Camaro
Nell'autunno del 1535 l'Imperatore Carlo V raccolse in Sicilia il trionfo della vittoriosa impresa di Tunisi, spostandosi via mare e verificando l'inadeguatezza delle difese dell'Isola rispetto all'evoluzione degli armamenti. Seguì un piano di fortificazioni di città e porti, condotto dal Vicerè Ferrante Gonzaga e affidato all'ingegnere regio Antonio Ferramolino da Bergamo. In questo quadro si inserisce la ricostruzione della cinta muraria, che ampliando notevolmente il perimetro di quella normanna e restaurandola sul fronte mare, fu una occasione per una profonda ristrutturazione urbana: la cinta fu integrata con l'edificazione del castello/fortezza del San Salvatore (1537) e il Castello Gonzaga (1540), e con la ristrutturazione delle fortezze reali Guelfonia (1540) e Castellaccio (1547).
Pianta del Castello Gonzaga del Callejo (1719)
Il Castello Gonzaga, fu edificato in vetta al Monte Piselli o Tirone, al di fuori della cinta muraria e a monte del grande bastione del Segreto, a difesa delle valli di Camaro a sud e a ovest, e del Portalegni a nord. Il Castello, giunto integro ai giorni nostri, domina la città e lo stretto a est; realizzato a pianta stellare con acutissimi nasi terrapienati, costituisce un unico grande baluardo allungato sull'asse nord - sud e senza spazi interni, a meno di una cisterna, per poter dislocare liberamente l'artiglieria sugli spalti. Alla quota degli spalti sono ubicati i volumi dei vani di servizio e una cappella, che come si legge in una lapide per "breve pontificio di Benedetto XIV", non godeva "dell'immunità chiesastica", per evitare che si rifugiassero insubordinati. All'interno della Cappella, fu rinvenuto un sarcofago appartenuto al Castellano Don Diego de Sosa (1596) e attualmente conservato all'interno del Museo Regionale. Un ampio fossato circonda l'edificio attrezzato al piede da una galleria di contromina, e al portale si accedeva da un ponte levatoio. La fortezza, nel corso dei secoli non è stata mai impegnata per la difesa territoriale, ma nel 1674 e nel 1848 è stato assaltato dai cittadini rivoltosi in occasione dei moti insurrezionali. E' stato adibito ad uso Militare fino al 1972, da allora il sito è stato oggetto di numerosi progetti di riqualificazione e di restauri conservativi, ma attualmente ancora non è fruibile per le visite.
Sarcofago del Castellano Don diego de Sosa (1596) - proveniente dalla Cappella del Castello - (Museo Regionale)