Commissionata dal senato messinese assieme alla Resurrezione di Lazzaro, per l'altare maggiore della chiesa di Santa Maria la Concezione di Messina, l'opera bella ed essenziale riporta ad una originaria concezione evangelica di umiltà la scena del classico "presepe". Merisi ambienta in una spoglia stalla, un capanno semidiroccato con assi rotti e legname malridotto dal tempo e dall'incuria, la scena della adorazione dei pastori nella notte santa. Bellori (1672) ne sottolineo la “capanna rotta e disfatta d’assi e di travi” senza pronunciare alcun giudizio di merito. Fu solo nel 1724 che Susinno ne offrì una minuziosa descrizione, riferendone la commissione al senato messinese. L’irreperibilità dei documenti, rilevata già prima del terremoto, non consente di verificarne la veridicità. E comunque noto come il senato messinese fosse “l’appaltatore” più attivo dell’intera città e una sua partecipazione a una commissione di tale rilevanza non lascerebbe stupiti. Abbate (1984), alla luce della iconografia marcatamente pauperista del dipinto, propone un possibile mediatore in Girolamo Errante, già generale dell’Ordine presente a Messina tra il 1605 e il 1611. Lo Spadaro (1987), invece ricorda che negli stessi anni, 1605-1609, divenne vescovo della città il minore osservante Bonaventura Secusio, ulteriore possibile tramite. In generale il tema dell’umiltà, della povertà evangelica, nelle iconografia pauperistica con la vergine distesa a terra ma nella posizione classica che sembra desunta da un sarcofago antico o da un mosaico bizantino, rimandano a una committenza “povera”. In questo spirito si intende la composizione nello spazio di una capanna al calore vero di una capanna, con i pastori che si inchinano su un gruppo divino e ne prendono luce in un’essenzialità compositiva senza precedenti. In generale l’Adorazione dei pastori, godette di una altissima considerazione, a partire dal Susinno che, contrapponendola alla Resurrezione di Lazzaro, la giudicò “l’unica e più maestrevole opera del Caravaggio, perché in esse [figure al naturale] questo gran naturalista fuggì quel tingere di macchia, furbesco, ma rimostrossi naturale senza fierezza d’ombre”. Per quanto le due pale mostrino differenze pittoriche e compositive, risulta difficile vedervi quella sorta di “redenzioni” annunciata dal Susinno. Se il biografo costruì un flebile appiglio per legare il cambiamento del Merisi all’influenza improbabile dell’opera di Antonio Catalano il vecchio, pittore messinese legato ancora a moduli manieristi e vicino ai modi di Federico Barocci, ci si sente al contrario autorizzati a credere che lo stato conservativo della Resurrezione, sottoposta nel 1670 a un rovinoso intervento di pulitura, fosse a quelle date già sensibilmente alterato. Della “essenziale” vicinanza delle due opere ne fornisce testimonianza l’insuperabile descrizione che ne fece Longhi (1952): “Riuscì a terminare per i Cappuccini di Messina l’umilissimo ‘Presepio coi pastori’; e anche in esso tentò, più umanamente, il nuovo rapporto di ramante tra spazio e figure. La Madonna col minuto bambino sotto lo sguardo apprensivo dei pastori quasi colati in bronzo, appare spersa su quel poco di strame pungente, entro quel chiuso di animali immobili come oggetti, di assi e di stoppie che soltanto lucore all’orizzonte sembrava interrompere, per accordarsi col mugghio del mare invisibile; mentre scivolava in primo termine verso di noi, una specie di ‘natura morta dei poveri’ – tovagliolo, pagnotta e pialla da falegname in tre toni di bianco, bruno, nero – si restringer a un’essenza disperata”. Se bene parte della storiografia continua a proporre una esecuzione dell’opera anteriore alla Pala dei Crocifissi, si preferisce pensare a una più opportuna datazione che cade subito dopo la Resurrezione di Lazzaro, nel secondo del 1609. La tela, rimasta in loco fino alla soppressione delle corporazioni religiose, fu trasferito nel Museo Civico di Messina, nel 1887 e, di lì, alla sede attuale.
Per maggiori informazioni:
Museo regionale interdisciplinare di Messina
Indirizzo : Viale della Libertà 465
Provincia : Messina Comune : Messina
Tel. : 090361292/93
Orari ingresso :
Dal Martedì al Sabato ingresso dalle 9.00 alle 18.30 (chiusura 19.00);
Domenica e festivi 9.00-12.30 (chiusura 13.00).
Lunedì (non festivi) chiuso.
Biglietto singolo intero : 8,00 €
Biglietto singolo ridotto: 4,00 €