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In questo periodo è possibile vedere un fiore rarissimo quasi a rischio di estinzione, stiamo parlando di una piccola pianta erbacea dal fiore pendulo di colore vinaccia con una fascia verde giallastra. Il suo nome è Fritillaria Messanensis, cresce prevalentemente sui monti Peloritani in luoghi freschi ai margini dei boschi. In questi giorni e fino al 15 Marzo sarà allestito un piccolo spazio all’interno dell'Orto Botanico di Messina per ammirare alcuni esemplari coltivati in vasi. Ricordiamo che l'Orto Botanico merita di essere visitato per i suoi esemplari del raro Pinus Brutia,le numerose Sterculia o le Corisie, le felci arborescenti e tante altre piante di grande interesse, insomma un museo vivente e uno strumento di educazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Nel Comune di San Fratello della Provincia di Messina, va in scena la rappresentazione dell'insorgenza del demoniaco e del caos temporaneamente determinato dalla morte del Cristo è evidente nelle maschere dei giudei che nei giorni del Mercoledì, Giovedì e Venerdi precedenti la Pasqua percorrono le vie dell'abitato saltando. correndo, esibendosi in acrobazie, infastidendo i passanti, cantando e rumoreggiando con catene e squilli di tromba e disturbando il solenne svolgersi dei riti e dei cortei processionali. I giudei, perlopiù impersonati da giovani uomini, indossano, a rimarcare la loro alterità, una sorta di divisa, riccamente lavorata con ricami di seta e perline di vari colori, in cui prevalgono il rosso e il giallo. Sui capo recano un cappuccio di stoffa rossa sovrastato da un elaborato elmetto sul quale, tra l'altro, sono presenti pennacchi, pelli di coniglio o pecora e dipinti motivi tratti dalla simbologia cristiana o popolare: croci, pesci, cuori, aquile, falci di luna. corni rossi. Il Mercoledì Santo, nel pomeriggio, a partire dalla chiesa del SS. Crocifisso si svolge la processione della Pietà. Il Giovedì santo si celebra una sacra rappresentazione dell'ultima cena. II Venerdì santo, al mattino, si svolge una processione del SS. Crocifisso con inizio e termine presso la chiesa di San Francesco. Nel pomeriggio dalla chiesa di San Nicola si avviano i misteri ossia il simulacro della Madre Addolorata, portato a spalla dai babbaluti, quello dell'Ecce Homo e quello del Cristo nell'urna in direzione della chiesa di San Francesco. Frattanto, da questa, il Crocifisso si affaccia portandosi sullo slargo antistante. Qui, con grande commozione di popolo, avviene l'incontro tra il Cristo e la Madre. Celebratosi l'incontro, la processione con tutti i simulacri si avvia lungo le strade del centro storico giungendo infine presso la chiesa di San Francesco ove ha luogo la separazione. spartenza, tra il Cristo e la Madre. La Domenica di Pasqua si assiste, infine, all'incontro tra il Cristo risorto, che si parte dalla chiesa di San Nicola, con la Vergine, che si avvia datia chiesa del Crocifisso. Madre e Figlio si incontrano nella piazza principale correndosi incontro tra il giubilo dei fedeli. 

 

 

Fonti bibliografiche foto e testi

www.pasqualions.wordpress.com

www.siciliainfesta.com          

www.pasquainsicilia.it

Feste Fiere Mercati (Provincia Regionale di Messina) - EDAS Messina1992

Fondazione Federico II (Pa)

Pro Loco San Fratello

 

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Gli arabi invasero completamente la Sicilia nel 965, Palermo precedentemente conquistata divenne la capitale del commercio e della cultura. Una testimonianza del monaco Teodosio, narra su documenti di quel periodo, di aver visto gli edifici privati e pubblici dotati d’acqua all’interno. Oggi parliamo dei qanat, che permettevano l’approvvigionamento idrico , lunghe gallerie scavate nel terreno in prossimità di falde acquifere. Era una tecnica idraulica di origine persiana che permetteva di raccogliere l’acqua è portarla in superfice, tecnica raffinata successivamente dagli arabi durante il loro dominio. Anche a Messina c’è traccia di questa tecnica, infatti è stato trovato l’unico Qanat come si evince dal video, composto da una rete di gallerie lunghe  centinaia di metri che si articolano nel ventre di una collina del messinese in perfetto stato conservativo.

Cattura1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Dopo il sisma del 1908 ricominciò la ricostruzione di Messina, nel 1939 venne costruita la stazione marittima e ferroviaria di Messina. L’opera fu realizzata dall’architetto Manzoni, il quale utilizzò marmi siciliani e graniti della vicina Calabria, ma il tutto è impreziosita dal salone dei mosaici posto sul lato nord fronte mare. Il mosaico venne realizzato dal maestro Michele Cascella, artista di origine abruzzese, con lastre in pasta di vetro realizzate dall’Opificio delle Pietre Dure del Vaticano. Nell’Opera sono raffigurati i templi della Magna Grecia, i Normanni, la figura di Archimede, i Vespri siciliani con al centro Benito Mussolini durante il discorso tenuto a Palermo nel 1937.Nel dopoguerra i vandali antifascisti danneggiarono l’opera tanto che una parte fu gravemente compromessa. Grazie ad una serie di interventi di restauro l'opera riprese colore e luce ma rimase per poco fruibile ai viaggiatori che prendevano le navi per la Calabria, oggi a causa di lavori non è possibile ammirare la complessa bellezza dell'opera.

Mosaico Stazione Messina 2

 

Foto concesse gentilmente da Immacolata Pulicano.

 

 

 

 

 

 

 

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Nel 580 a.C, i Greci si stabilirono nelle isole Eolie credendo che fossero la dimora di Eolo dio dei venti. Dai ritrovamenti di antiche monete si evince l’importanza economica della viticoltura, in quanto visibili figure con grappoli d’uva e tralci di vite. Le testimonianze sia di testi che di storici portano alla conclusione che la colonia greca fu l’artefice dell’introduzione dei vitigni dal nome Malvasia che grazie alla posizione soleggiata e alla tipologia del terreno venne fuori un ottimo vino. La Malvasia delle Lipari già nel 1900 fu presentata all’esposizione di Parigi dove venne premiata, negli anni successivi furono molti i premi fino al riconoscimento nel 1973 del marchio DOC. La storia recente è caratterizzata da una evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende e la professionalità degli operatori. Un altro vino Doc nel territorio messinese è il Mamertino introdotto nel 289 a.C appunto dai mamertini che si insediarono nel territorio di Milazzo dopo la conquista di Messina. Il riconoscimento del marchio DOC arriva nel 2004 dopo un percorso di riconoscimenti e premi. Come si dice non c’è due senza tre, siamo a Messina precisamente nel territorio del Faro Superiore. La viticoltura messinese ha una storia antichissima risalente all'età Micenea (XIV secolo a.C. circa). Lo testimoniano anche gli scambi commerciali Fenici all'inizio del primo millennio a.C. Nel 1848 gli ettari coltivati a vite erano 18.000, ma nell'ultimo decennio dello scorso secolo si raggiunsero i 40.000 ettari vitati e la produzione annua di vino arrivò a 500.000 ettolitri. Nel 1985 fu toccata una punta minima di 5.700 ettari, ma questo basso picco non fece indebolire la produzione messinese. Al contrario, si diede una svolta passando alla produzione di qualità onde recita un ruolo importante il vino Faro. Prodotto nelle colline del comune di Messina, ha ottenuto il riconoscimento DOC nel 1976.Vino prodotto in una unica tipologia di colore rosso rubino tendente al mattone con l’invecchiamento. Oggi sono poche le aziende che vantano tale produzione e grazie alla loro professionalità si continua a conservare un vino di tutto rispetto.

 

Fonte www.stradadelvinomessina.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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